COLLANE

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I titoli seguenti sono esauriti e reperibili presso le Biblioteche indicate

FP

Percorsi della poesia contemporanea

Collana diretta e curata

esclusivamente da Giacinto Spagnoletti

FP

1 - José Maria Valverde:

     Insegnamenti dell'età

a cura di Francesco Tentori Montalto (1991) pp. 164

Il primo Valverde è poeta di un'universale visione religiosa, che si manifesta in solenni epifanie e secondo rituali cadenze e prende il suo colore, accorda il suo strumento all'unisono con l'avvicendarsi delle stagioni, dell'anima più che della natura.

 

Disponibile presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

8 - Bella Achamadùlina:

      Poesie scelte

a cura di Donata De Bartolomeo (1993) pp. 188

Le radici della poesia dell'Achamadùlina affondano nel migliore humus della grande tradizione russa: l'Achmàtova, Marina Cvetaeva, Mandel'stam, Pasternak, sono i referenti più chiaramente individuabili, ma su tutti si profila la figura di Puskin; è lui il poeta più amato.

 

Disponibile presso la Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma

2 - Paul Evans:

     Dialogo tra un Poeta e una Musa

a cura di Amelia Rosselli (1991) pp. 144

La sua è una eleganza snob rispetto ai beat, e infatti non sì ricollega a nessun illustre predecessore. Quanto all'intellettualismo di Pound, vorrebbe esserne seguace, ma salvando, rispetto all'eccesso di cultura del "miglior fabbro", un tanto di contabilità, di semplificazione naturalista, e di giocosità, però hollywoodiona.

 

Disponibile presso la Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma

9 - Miltos Sachturis:

      Quando vi parlo

a cura di Paola Maria Minucci (1993) pp. 224

Il surrealismo ha permesso anche a Sachturis di liberarsi da qualsiasi asservimento agli schemi logici del pensiero, facendo cadere ogni eventuale, ultima remora tanto verso il linguaggio dell'inconscio, quanto verso le immagini della fantasia, che comincerà a muoversi nella direzione dell'assurdo in tempi in cui ancora non erano stati scritti i grandi capolavori di quel teatro, da Ionesco a Beckett.

 

3 - Sarah Kirsch:

     Calore di neve

a cura di Maria Teresa Mandalari (1991) pp. 178

Nella sua fase di ricerca è tipico della poetessa tedesca il ricorso alla natura, in un clima che attira a sé elementi favolistici e fiabeschi. L'esperienza successiva la porta, anche sul piano stilistico, a una forma tutta sua di riflessività (non però di carattere autobiografico).

 

Disponibile presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

10- WilIem van Toorn:

       Gioco di simulazione

a cura di Franco Loi (1994) pp. 196

In Van Toorn, che al tempo stesso si pone come poeta del movimento e dello spazio, della luce e del ricordo, della memoria e della vita contemporanea, rimbalza una singolare capacità di trasmettere un respiro accorato e talvolta struggente, quasi fosse per la prima volta alla scoperta del mondo.

 

Disponibile presso la Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma

4 - Seamus Heaney:

      Scavando

a cura di Franco Buffoni (1991) pp. 140

È proprio il grande respiro di chiarezza (e di bisogno di chiarezza) che emano dai versi di Heaney che l'ha imposto in modo tonto dominante all'attenzione dello critica, sia in ambito inglese che americano.

Premio Nobel 1995.

 

Disponibile presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

11 - Philippe Jaccottet:

        Appunti per una semina

a cura di Antonella Anedda (1994) pp. 160

In Jaccottet vibra un senso di immediatezza e di partecipazione alle cose, di sottile intimità, che è proprio dei nostri tempi. Nonostante la semplicità delle immagini, ricorrenti perché amate e fissate a lungo, i pochi oggetti di uso quotidiano: la candela, lo specchio, il telaio di una finestra, il vano di una porta, nulla è più estraneo a lui della facilità. C'è invece continuamente un'idea di fatica, di mancanza dovuta alla nostra imperfezione.

 

Disponibile presso la Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma

5 - Franco Loi:

     Poesie (Antologia personale)

introduzione di Franco De Faveri (1992) pp. 212

Emerge uno qualità di voce indiscutibile e del tutto indipendente dai mezzi adoperati, capace di sondare la realtà in sé e in ogni campo dell'esperienza personale, originale inoltre nel far giungere il realismo medesimo allo puro liricità.

 

Disponibile presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

12 - Abdallah Bensmaïn:

        Versetti per un viaggiatore

a cura di Claudia Gasparini (1994) pp. 180

Ciò che rende nuova e qualitativamente ben distinta questa ricerca continua dello spazio aperto, del viaggio mai disgiunto però da un altrettanto forte richiamo alle proprie radici, è la presenza del Maghreb, quasi ossessiva fonte di luce e di contrasti.

6 - Enis Batur:

     Scritti e Sigilli

a cura di Isii Saatçioglu (1992) pp. 208

Poema-romanzo dell'Io; ma d'un Io sdoppiato, moltiplicato, reoconfesso di cronica, postmoderna confusione: un raffinato e dissimmetrico esercizio, esorcismo letterario, che prima stimoli e poi uccida il "dubbio della parola".

 

Disponibile presso la Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma

 

13 - André Frénaud:

        Non c'é paradiso

a cura di Ornella Sobrero (1995) pp. 208

Poesia sempre sorprendente, questa di Frénaud, eredito il meglio della tradizione più recente, dall'esistenzialismo al surrealismo, con fresca originalità di motivi e di accenti che fanno di lui uno dei grandi interpreti delle più vive aspirazioni dell'anima contemporanea.

 

Disponibile presso la Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma

7 - Vasco Graça Moura:

      L'ombra delle figure

a cura di Maria Jose de Lancastre (1992) pp. 186

La sua poesia si fa discorsiva ed assume un tono di riflessione,  parla del poeta che la scrive e di coloro che ama il poeta che scrive; strappata al suo valore orfico in cui era relegata dalle poetiche neosurrealiste, assume un volto antico e nuovissimo.

 

Disponibile presso la Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma

14 - George Târnea:

        Al confine del giuoco

a cura dì Andrada Chindris (1995) pp. 176

Tradizionalista nella forma, simbolista nello stile e modernista nella sostanza, Tarnea rappresenta un caso a sé. Un critico romeno tra i più autorevoli, Laurentiu Ulici, lo considera quasi un trovatore medioevale smarrito fra le macchine infernali, alienanti e sofisticate, del ventesimo secolo

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