Fascino della letteratura che prescinde dal tempo

Lo studio delle espressioni dantesche da parte di Giorgio Caproni

Un ricordo nostalgico e filologico ad opera di Luigi surdich

 

(da "il nuovo Foggia & Foggia" settimanale di informazione e affari)

 

Leggere Dante a distanza di secoli? Il fascino della letteratura sta anche nelle pieghe di un'interpretazione dei testi che prescinde dalla distanza cronologica.
E' il caso del poeta contemporaneo Giorgio Caproni che a distanza di quindici anni esatti dalla morte (morì il 22 gennaio 1990, e fu trovato con il libro della Divina Commedia in mano, ultimo, curioso ma significativo lascito al poeta che tanto amò e imitò) si è prestato a un ricordo, non solo nostalgico ma di certo filologico, da parte dello studioso Luigi Surdich, docente di Letteratura Italiana presso l'Università di Genova e penultimo relatore del ciclo 'Dante nei secoli della letteratura italiana' organizzato dalla cattedra di Letteratura Italiana della Facoltà di Lettere e Filosofia e della Fondazione 'Piazzolla', associazione-culturale di Roma da sempre attenta alla riscoperta e alla valorizzazione dei classici.
"Con Caproni possiamo parlare di neo stilnovismo per via della ripresa di espressioni dantesche, di rime 'aspre e chiocce' e di situazioni, sensazioni e stati d'animo", ha detto Surdich facendo riferimento anche alle stilizzazioni propriamente dantesche: dall'immagine di una donna angelicata, pur se immersa in un'atmosfera contemporanea alle visioni infernali, dalla 'ripa' dantesca agli auspici di pace, tanto evocati nelle cantiche dantesche quanto fatti propri dal poeta genovese.
In questo modo riescono a vivere i classici, e cioè con operazioni non sterilmente nostalgiche di un passato ormai remoto ma cercando di individuare gli aspetti ancora persistenti, le espressioni che hanno fatto storia, i moduli che sono stati ereditati e adattati al gusto del tempo.
Con questo intento si chiude venerdì 28 Gennaio il ciclo d'incontri con Claudio Scarpati dell'Università Cattolica di Milano che relazionerà su 'Dante e Montale': ancora una volta classici e contemporanei allo specchio, per capirsi. E continuare a parlare, ieri come oggi, ai lettori.