Inaugurazione attività 2003-2004 dell'Accademia Pugliese delle Scienze

di Michele Dell'Aquila

 

 

Un ringraziamento particolare va alla Fondazione Piazzolla di Roma ed al suo Presidente Professor Carratoni che hanno generosamente concorso con cospicuo contributo finanziario alla realizzazione di questa iniziativa.

La coincidenza dell'anno accademico che si va ad inaugurare con il VII centenario della nascita di Francesco Petrarca, principe dei nostri poeti lirici e iniziatore della grande stagione umanistica ha suggerito al consiglio Direttivo di incentrare parte cospicua della nostra attività culturale sul tema della presenza di Petrarca nella tradizione poetica italiana fino ai nostri anni.

Poeta e letterato sommo in un'epoca di forti trasformazioni delle forme del potere, delle ideologie e del costume, punto di arrivo e di snodo di forme liriche riflessive ed amorose avviate da provenzali, siciliani e stilnovisti, creatore egli stesso di stilemi e di un lessico che sarebbero stati duraturo modello di riferimento fino ai nostri anni, esempio egli stesso, nelle forme di vita e nell'opera di una tradizione umanistica e di un ruolo del letterato, Francesco Petrarca s'identifica con la tradizione poetica e ne interpreta l'aspirazione all'assoluto nel momento stesso in cui si dimostra consapevole della precarietà dell'umano soffrendone le contraddizioni. Celebrato in vita forse più di ogni altro poeta, la sua influenza nello svolgimento delle nostre lettere ed in quelle europee fu grande anche nei decenni e nelle forme del maggiore apparente distanziamento. Grandissimi poeti quali Poliziano, Ariosto, Tasso, Alfieri, Foscolo, lo stesso Leopardi, per non dire di Carducci e di molti poeti del Novecento ne subirono la suggestione riuscendo peraltro ad assorbirne originalmente la lezione.
Si è pensato dunque ad un ciclo di relazioni e di seminari affidati a noti specialisti, che ne delineasse il rapporto nella mutazione temporale e poetica, secondo un programma che vi è stato distribuito.
Ad avviare il ciclo ed a svolgere la prolusione inaugurale dell'Anno accademico abbiamo con noi stasera il professor Marco Santagata della Università di Pisa, certamente il maggior studioso ggi dell'opera petrarchesca in volgare della quale ha curato l'edizione nei "Meridiani" Mondadori.
Petrarca com'è noto, è stato poeta dell'amore e della pace. Della pace cercata nei turbamenti dell'amore e nei turbamenti della vita. Della pace degli stati egli parla in una nota canzone ai signori d'Italia dilaniata da guerre e contese crudeli. I benefici della pace egli auspica nelle guerre che affliggono la nazione. Della pace dell'animo turbato dalle passioni, degli slanci, dei pentimenti, del travaglio della memoria dicono gran parte delle sue liriche. Alla pace interna ed esterna egli tese con tutte le forze, senza peraltro raggiungerla stabilmente. Se non vi riuscì ( ma chi vi riesce ?), nonostante la saggezza che gli veniva dai tanti libri, dei tanti suoi sforzi, egli vi tese in perpetuo travaglio, ma con fede e speranza.