«  Pagina Precedente

Pagina Seguente  »

Dal 3 al 14 ottobre

FUOCO DI SAGITTARIO

di Stefania Porrino

con

Roberto Bisacco, Ludovica Modugno,

Matteo Chioatto, Romano Ghini,

Vanni Materassi, Maurizio Palladino

regia di Carnilia Migliori

scene: Malgari Onnis

costumi e musiche a cura di Camllla Migliori

disegno luci: Hossein Taheri

Quello che abbiamo cercato di costruire e rendere sulla scena non era la parte fisica, esteriore del personaggio, ma quella interiore. Non era Pietro Cimatti che doveva essere rappresentato ma la coscienza di Pietro Cimatti: la sua tensione, la sua energia, la sua passione dovevano essere i veri protagonisti; i temi alti dovevano agire in scena piuttosto che esangui dati anagrafici.

Abbiamo cercato di rapportarci più con il "dentro" che con il "fuori" di tutta la storia di Pietro, di addentrarci nel mondo della poesia di Cimatti e in quello dei suoi pensieri, anche contraddittori, in cui si scontrano e si conciliano l'anarchia di pensiero e la più alta spiritualità.

Un materiale vasto fatto di poesie, di saggi critici, di registrazioni di interviste, di film, e anche di quadri, oltre che di testimonianze di persone, di amici, di intellettuali che l'hanno conosciuto; un materiale, quindi, da cui emerge l'essenza interiore di quest'uomo destinato a illuminare o a sconvolgere (che poi è la stessa cosa) l'animo di chi lo accostava.

Fuoco di Sagittario è un testo scritto con amore e rispetto, dopo la morte del poeta, da Stefania Porrino che, nella sua costruzione drammaturgica, ha preferito ricorrere alla logica associativa della poesia piuttosto che a quella del tradizionale sviluppo cronologico degli avvenimenti. Ed è su questa strada della logica interiore e del pensiero che si sviluppa l'azione teatrale: Pietro, attratto dall'amore e dal ricordo dei suoi cari, si riaccosta alla vita appena trascorsa per rivivere in brevi attimi le tappe salienti dell'esperienza vissuta, scoprirne il significato e, dopo la realizzazione di un desiderato intimo contatto sui limite che unisce il mondo dei vivi a quello dei morti, congedarsi definitivamente da essa.

Tale acquisizione di coscienza non resta limitata solo al personaggio reale di Cimatti ma, dilatando la sua parabola umana a paradigma di un percorso intellettuale e spirituale contemporaneo, va a toccare le più profonde esigenze interiori di ciascuno di noi.

«  Pagina Precedente

Pagina Seguente  »