Premio Internazionale Città di Penne - Mosca - XXVI Edizione

Premio speciale opera prima Fondazione Marino Piazzolla 2004

Matteo Lefèvre "Salamina e Seattle"

Matteo Lefèvre è nato a roma, dove vive e lavora. E' studioso di letteratura italiana e spagnola e suoi saggi sono apparsi su varie riviste. Ha tradotto dall'inglese la recente biografia di Malcolm X (Roma, Newton Compton, 1998) e dallo spagnolo, su rivista, poesie di José Agustìn Goytisolo e Carlos Barral. Nel 2000 ha vinto il Premio Penne per la poesia inedita e nel 2002 e 2003 il premio Rabelais.

Copertina del libro di Matteo Lefèvre

Motivazione

Matteo Lefèvre nei suoi versi si confessa da saltimbanco di giochi che fanno capo al contesto di un mondo frantumato, pieno di storie provenienti da matrici di città ricche di fatti memorabili e intrecciati, riconducenti ad un bilancio essenzialmente occidentale. E in tale contesto nasce l’esigenza di sentirsi sacerdote di riti ove fanno capo la visione, la ricerca del mistero, il presupposto di un fascino pregnato del cosiddetto “spirito del mondo”. In sottofondo ragioni storiche che risentono di un’attualità misera e tragica, non avulsa dal sogno “semplice e villano”.
In tale contesto si proiettano le ore, il senso della morte, le ragioni della pelle. E, con spirito feticista, non si tralascia la ricerca del “vizio delle vecchie foto”, presupposto del “grande passo verso la memoria”. Il sogno inarrestabile si svela con un’invocazione a una Madonna alla quale chiede di essere gettato “tra le fiamme della lirica/o meglio tra le braccia di una vergine/terrena/ a cui librare e sacrificare/il navigato pegno d’incostanza”. L’autore, sospeso tra la storia, la contingenza del reale, la visionarietà tragico/ilare, che ci porta ad una consapevolezza difforme.
Il tutto con uno stile medio-alto, in cui la liricità sembra rarefatta per una ragione inespressa e agognata, difficilmente scontata.
Per questi motivi la Giuria del Premio Penne- Fondazione Piazzolla- Opera prima 2004, proclama vincitore Matteo Lefèvre, augurandogli ogni ulteriore ricerca, svelamento in nome di un’attesa tramutata nel segreto. Ci piace concludere con l’intervento di Giorgio Patrizi che, nella prefazione al volume, ha riscontrato “spessore e autorevolezza”.
Ancora: “Il libro si compone secondo un’attenta articolazione dei temi che vanno poi a confluire in un disegno complessivo plurale nelle voci che organizza ma rigoroso nell’affermare la propria volontà di dire, di interpretare, di giudicare”.

Nelle foto da sinistra, Matteo Lefèvre, Velio Carratoni, Igino Creati